TUTTO QUELLO CHE (FORSE) NON SAI SUI SANDALI
C’è una calzatura che ha attraversato il tempo, i continenti e le mode: il sandalo.
Nato per proteggere il piede, è diventato simbolo di potere, spiritualità, ribellione, eleganza. Le sue prime tracce risalgono a oltre 9.000 anni fa, nel Neolitico, quando le popolazioni preistoriche intrecciavano fibre vegetali per isolarsi dal terreno. Ma è con le grandi civiltà che il sandalo comincia davvero a raccontare storie.

In Egitto, il sandalo era uno status symbol: bianco per i sacerdoti, dorato e decorato per i faraoni, con immagini dei nemici sotto la suola, un gesto simbolico di supremazia.
Nell'antica Grecia, in cuoio morbido e decorato, accompagnava i riti matrimoniali: le spose indossavano i “nymphides” nella casa paterna e li toglievano entrando in quella del marito.
A Roma, il sandalo è militare, funzionale e potente. Le “caligae” calzavano i soldati, e se superavano la caviglia segnalavano un alto grado di rango. Nascono qui anche i sandali alla schiava: pratici, iconici, ancora oggi simbolo di forza e sensualità.

Nel Medioevo, il sandalo diventa simbolo di povertà e rinuncia, adottato da frati e ordini religiosi: nasce il modello francescano.
Tra Settecento e Ottocento torna alla ribalta. Le “Merveilleuses” della Francia post-rivoluzionaria osano mostrare il piede nudo in pubblico, sfidando le regole della morale con abiti alla greca e sandali ai piedi.

Nel Novecento, il sandalo si reinventa. Ferragamo lancia la zeppa negli anni ’30, mentre nel dopoguerra le infradito giapponesi diventano flip-flop. Negli anni ’60 e ’70 è simbolo di libertà: dagli hippy alle Birkenstock, il sandalo diventa manifesto culturale.

E oggi? Dopo secoli di evoluzioni, il sandalo torna all’essenza: linee pulite, materiali naturali, semplicità che conquista. Dalle ciabattine in rafia ai sandali greci infradito, fino ai modelli con tacco sottile o fiori applicati: ogni passo è un mix di stile e leggerezza.
Dalle passerelle all’asfalto, dalla spiaggia alla città, è tornato a essere ciò che è sempre stato: una calzatura senza tempo.

CURIOSITà
1. Le prime scarpe della storia
I sandali più antichi mai ritrovati risalgono a oltre 9.000 anni fa, scoperti in una grotta dell’Oregon. Erano fatti di corteccia intrecciata e rappresentano la prima forma di scarpa conosciuta.
2. I faraoni li usavano per “calpestare” i nemici
I sandali d’oro dei faraoni egizi avevano spesso raffigurazioni di nemici sotto la suola: ogni passo era un gesto simbolico di dominio.
3. I sandali da sposa nell’antica Grecia
Si chiamavano nymphides: la sposa li indossava nella casa paterna, e li toglieva nella nuova dimora. Erano simbolo di passaggio e di dedizione coniugale.
4. “Caligola” significa… sandaletto
• Il soprannome dell’imperatore romano Gaio Cesare deriva dalle sue caligae, i sandali militari che indossava da bambino accanto ai soldati.
5. Un paio, due sposi
• In una raffigurazione nella tomba di Tutankhamon, il faraone e la regina indossano un solo sandalo ciascuno, come segno di unione eterna nel matrimonio. Romanticismo da dinastia.
6. I sandali anti-rivoluzionari
Le “Merveilleuses”, ribelli post-Rivoluzione Francese, sfidavano la morale indossando abiti trasparenti e sandali ispirati all’antichità. Erano viste come scandalose… e bellissime.
7. I soldati romani li portavano con le calze
Le caligae venivano usate anche d’inverno, con calze di lana grezza. La moda layering l’hanno inventata loro.
8. Le flip-flop nascono da un incrocio culturale
Negli anni ’50, i soldati americani scoprono i zori giapponesi. Tornati in patria li ribattezzano Jandals (Japan + Sandals), poi diventati flip-flop per via del suono.
9. La zeppa è un’invenzione anti-embargo
Ferragamo ideò la zeppa durante le sanzioni economiche fasciste: non potendo usare acciaio, riempì lo spazio tra tacco e suola con sughero sardo. Era il 1937.
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