Intervista a Anna Daneri
Anna Daneri è una delle fondatrici e curatrici di Peep-Hole: centro d’arte contemporanea indipendente con sede a Milano e collaboratrice della rivista Mousse e di Domus.
Dopo aver insegnato Fenomenologia dell’arte contemporanea all’Accademia Carrara di Belle Arti in Bergamo (2003-2007) è diventata Curatrice indipendente, ha lavorato per progetti espositivi internazionali come ad esempio Food (Ginevra, 2012), The Mediterranean Approach (Venezia/Marsiglia/San Paolo, 2011), The Inadequate (progetto di Dora García per la 54. Biennale di Venezia) e production manager di They Come to Us without a Word, mostra e performance di Joan Jonas per il Padiglione Stati Uniti della 56. Biennale di Venezia.
Abbiamo incontrato Anna all’inaugurazione della mostra retrospettiva di Claire Fontaine, La borsa e la vita, adesso proprogata fino al 19 Maggio presso la Loggia degli Abati, Palazzo Ducale, Genova e con la dolcezza ed esperienza che la contradistinguono è stata coinvolta nella nostra infinita ricerca della Grande Bellezza.
Hai mai trovato la grande bellezza?
La grande bellezza la trovo nell’amore, nell’empatia con gli altri esseri umani, nella solidarietà tra donne, negli occhi dei migranti salvati dal mare, nelle piazze piene di giovani che tentano di svegliare il mondo dal sonno delle coscienze, nella natura e nell’arte.
Quanto sono importanti le radici?
Importantissime. Mi viene in mente l’omonimo romanzo dello scrittore afroamericano Alex Haley e da cui fu tratta una serie televisiva che ripercorreva le radici di una famiglia fino al capostipite che veniva dall’Africa, deportato in America come schiavo. Mi aveva colpito tantissimo da bambina. Radici come memoria quindi, individuale e sociale, da esercitare per guardare al futuro, senza alzare muri difensivi.
Il turismo aiuta l’arte o è l’arte che aiuta il turismo?
L’arte è una disciplina del sapere, è ricerca, spesso non facile da comprendere, come la matematica, la filosofia, la fisica. Diventa oggetto di interesse turistico, quando divulgata e promossa e può essere aiutata dal turismo grazie ai proventi che ne derivano, ma anche messa in pericolo, quando questo diventa incontrollabile come nei casi eclatanti di città come Firenze o Venezia.
Cosa guida la scelta del tuo modo di vestire?
La comodità. Ho una grande ammirazione per chi ha stile, ma non riesco a essere così attenta. Mi è capitato comunque di avere voglia di vestire in lungo, ad esempio, o recuperare un cappotto che non mettevo da anni e trovarmi sintonizzata sorprendentemente con la moda. Forse è la capacità di ascoltare o solo la fortuna di avere una figlia molto elegante.
La Liguria..
Vivo in Liguria per amore, sono venuta a studiare qui ai tempi dell’Università e ho trovato una città e una regione straordinarie. Peccato che non sappiano valorizzarsi, che soffrano di un isolamento preoccupante e siano un po’ troppo ripiegate su sé stesse, anche nel pensare a come uscirne.
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